La storia
Nell’antica Tridentum romana si registra la presenza di due chiese, distinte per ubicazione e per nome. Dentro la cinta romana delle mura esiste una ecclesia che è la chiesa residenziale del vescovo, congiunta ad altre strutture di culto e di assistenza. Invece fuori della porta urbana localizzata ai piedi di quella che è oggi la torre civica, lungo il tratto di strada che usciva verso Verona, sorge una basilica, cioè una chiesa- santuario eretta per il culto dei martiri, che viene a trovarsi sotto il pavimento del Duomo attuale, alla profondità di circa tre metri. Questa antica basilica di S. Vigilio, deve la sua prima origine alla sepoltura dei tre missionari del territorio rurale dell’Anaunia, il diacono Sisinio, il lettore Martirio e l’ostiario Alessandro, trucidati dai rustici pagani in Val di Non il 29 maggio 397. Il culto che il vescovo Vigilio ha instaurato per loro è strettamente connesso con l’impianto del sepolcro. Vigilio stesso alla sua morte (probabilmente anno 400), fu deposto a fianco dei tre Santi, associato così ai loro meriti e al loro culto. Nei secoli seguenti l’edificio subì una lunga serie di trasformazione e fu solennemente consacrato ad opera del patriarca di Aquileia e del vescovo locale Altemanno il 18 novembre 1145.
La decisione di sostituire l’antica basilica col nuovo Duomo è del vescovo Federico Vanga e si lega all’anno 1212 con l’incarico di progettazione conferito al costruttore Adamo D’Arogno. L’edificio crebbe negli anni seguenti e subentrò al vecchio santuario solo dopo la metà del secolo. Il suo impianto architettonico era sostanzialmente romanico, come si vede nella zona dell’abside e del transetto, oltre che nel tracciato del perimetro che prevedeva due campanili in facciata. L’assetto interno della navata principale invece appartiene a una fase gotica, attestata dal verticalismo delle proporzioni, dallo slancio dei pilastri e dalla espansione dello spazio. Il completamento richiese ancora molteplici interventi realizzati attraverso i secoli XV e XVI. L’età barocca aggiunse la Cappella del Crocifisso (1682) e negli anni 1739-1743 si ristrutturò profondamente la crociera e il transetto, sostituendo al corpo della cripta l’attuale area del presbiterio e del coro con il vistoso baldacchino sopra l’altare. Negli ultimi decenni dell’Ottocento e fino ai tempi della prima guerra mondiale, il Duomo fu oggetto di notevoli interventi patrocinati dal governo austriaco, che registrano tra l’altro una ricostruzione del tetto non più a carena ma a due spioventi e un totale rifacimento della cupola realizzata in forme neoromaniche. Gli ultimi interventi, negli anni 1963-1977, comportarono il ritorno dei due bracci del transetto al livello originario, il nuovo assetto liturgico del presbiterio e la scoperta degli antichi ambienti sotterranei.
Varchiamo ora il grande portale e lasciamoci catturare dall’austera bellezza, dal fascinoso silenzio e dalla quiete serena. Possa tu visitatore scoprire in tutti i suoi particolari la bellezza di questo luogo.
L'interno
Lo spazio è articolato in tre navate di sette campate ciascuna, voltate a crociera. La navata centrale è delimitata da slanciati pilastri a fascio che sorreggono arcate ribassate, mentre quelle laterali, più basse, si raccordano alle fiancate con pilastri con semicolonne.
Nelle navate minori sono presenti due insolite scale rampanti con archetti e colonnine, scavate nello spessore del muro, che salgono all'indietro dalla quarta alla prima campata; quella di sinistra conduce al campanile e alle gallerie dei prospetti esterni. Nella sesta campata della navata destra si apre la cappella del Crocifisso, e nella settima si trovano l'uscita meridionale e l'accesso per la scala a chiocciola che porta alle gallerie absidali, dal portalino lunettato col rilievo di un ariete balzante. Il pavimento delle navate è realizzato con piastrelle quadrate di pietra calcarea bianche e rosse, disposte a scacchiera, che si estendono anche al transetto, all'abside e a parte del coro.
Le navate terminano contro il transetto dai bracci piuttosto brevi, sempre voltati a crociera ed entrambi dotati di un'abside minore sulla parete orientale; l'ambiente del transetto è ricco di affreschi due e trecenteschi. Il braccio settentrionale, che ospita il fonte battesimale realizzato da Francesco Oradini, ha funzione di battistero, e vi si trova anche l'accesso all'area archeologica della basilica paleocristiana, nonché la statua originale della Madonna degli Annegati: questa scultura, attribuita ad Adamo d'Arogno, deve il suo nome al fatto che davanti ad essa erano esposti i corpi ripescati dall'Adige in attesa del riconoscimento.
L'abside settentrionale è intitolata a san Giovanni Evangelista; nella muratura sono inseriti due pannelli scolpiti, raffiguranti il re Erode e il martirio di san Giovanni nell'olio bollente. L'abside del braccio meridionale, nettamente più piccola dell'altra, è dedicata a santo Stefano, il cui martirio per lapidazione viene rappresentato in due pannelli scolpiti ai lati della finestra; sulla sinistra, a metà di una colonna, è reimpiegato un capitello proveniente dalla chiesa di Altemanno (1124-1149), con girali vegetali e un volatile. Nell'abside si trova un altare intitolato ai tre santi martiri Sisinnio, Martirio e Alessandro.
Il presbiterio, dominato dall'imponente altare maggiore barocco, è rialzato di cinque sei gradini, pavimentato con lastre rettangolari di pietra calcarea rossa e rosata, e si prolunga fino a occupare la parte centrale del transetto; da esso altri due gradini portano al coro e all'abside maggiore. Dietro al presbiterio si apre lo spazio del coro, terminante con la grande abside maggiore; è arredato con due file di dodici sedili e il trono vescovile al centro, tutti settecenteschi e realizzati in legno di noce.
La cache
Orario di apertura della Basilica / Opening hours: 6:30 - 12:00 14:30 - 20:00
Recati al transetto di destra e sinistra, ammira gli affreschi, i dettagli architettonici, le absidi, le colonne e cerca le informazioni che ti servono per trovare le coordinate della cache che è nascosta all'esteno della chiesa.
Cerca la Madonna degli annegati, nella targhetta in plexiglas di descrizione c'è riportato un anno (tra le parole "al" ed "era"): anno=ABCD.
Alza lo sguardo nel transetto di destra e trova sulla colonna a lato dell'altare, la targa settecentesca che ricorda i lavori, inizia così: "D. O. M. VT.TOTIVUS". Converti l'anno in fondo all'epigrafe da numeri romani a numeri arabi e ottieni: anno=EFGH.
Go to the right and left transept, admire frescoes, the architectural details, apses, columns and look for the information you need to find the coordinates of the cache that is hidden outside church.
Look for "Madonna degli annegati", on plexiglass description plate there is a year (between the words "al" and "era"): year=ABCD.
Look up in the right transept and find on column at the side of the altar, the eighteenth-century plate that commemorates works, it begins like this words: "D. O. M. VT.TOTIVUS". Convert the year at the bottom of epigraph from Roman numerals to Arabic numerals and you get: year=EFGH.
Ora risolvi / now solve it:
N 46° 04.H(B-F)C E 011° 07.(G-E)A(D-G)
Verifica la soluzione / check your solution:
Buona caccia!