Cavabara Project:

 Chiesa di San Grato

Storia

La chiesa di San Grato fu edificata dove al tempo vi era l’ingresso occidentale del paese, presso il ponte sulla Canturina e sulla Mora, che per lungo tratto scorrono parallele e vicinissime. La posizione della chiesa fa pensare che essa sia sorta ormai verso la fine dell’età medievale, quando la “strada novarese”, che tra Briona e Romagnano costeggiava la Roggia Nuova (poi detta Mora), aveva preso il posto delle più antiche e tortuose strade di collina. La chiesa svolgeva il duplice compito di vigilare l’accesso occidentale del villaggio e di offrire riparo e sosta ai viandanti. La scelta del titolare obbediva ai bisogni della gente di campagna: il santo, vescovo di Aosta, era generalmente invocato contro la grandine e i danni provocati dai fulmini. Il più antico documento che menziona la chiesa pare essere un atto del dicembre 1564; tuttavia l’edificio è più antico di circa un paio di secoli, perché mostra caratteristiche di uno stile di passaggio dal romanico al gotico nella decorazione laterizia dell’unica abside oggi rimasta. La vicinanza dei due corsi d’acqua fu sempre deleteria per la chiesa: a fine Cinquecento si notava che l’umidità corrompeva le pareti, specie presso l’altare, e che l’intero edificio era invaso dalle acque del fiume durante gli straripamenti frequenti; le tre navate non avevano né soffitto né pavimento; il tetto necessitava di urgenti riparazioni. Così, verso il 1594, fu murata la porta grande in facciata per impedire che le acque penetrassero in chiesa, mantenendo aperto un accesso laterale. Restauri radicali furono svolti attorno al 1620: il tetto venne rifatto, le tre navate furono pavimentate, le pareti intonacate, le navate laterali innalzate in modo da raggiungere gli spioventi di quella centrale; nella navata nord vennero aperte tre ampie finestre rettangolari. In quegli anni probabilmente fu aperta la grande finestra sopra l’arco dell’abside maggiore, che venne più recentemente murata per motivi di statica. Nel 1670 venne ricavata una piccola sacristia chiudendo l’absidiola della navatella meridionale. Nuovi restauri avvennero nel 1792. Non sembra che la chiesa abbia svolto funzioni di parrocchiale, anche se fu molto frequentata.
Nel 1835, manifestatasi una grave epidemia di colera, fu adibita a ospedale. Da quel momento la chiesa fu progressivamente ridotta a usi profani; definitivamente sconsacrata, venne poi affittata a un falegname. Nel XX secolo fu destinata a locale di proiezioni cinematografiche e poi a sede del peso pubblico; fu persino privata di due delle tre absidi (quella maggiore e quella settentrionale) e alterata nelle strutture murarie. L’interno, in parte tramezzato per ricavarvi ambienti di uso diverso, conserva ancora alcuni affreschi.
Oggi il Comune ha avviato il recupero dell’edificio per conservarne la testimonianza storica e artistica e per utilizzarne il locale a fini culturali.

Architettura

La chiesa ha tre navate, in origine absidate, sorrette da ampi e bassi arconi a tutto sesto impostati su tozzi pilastri laterizi, illuminata da un grande oculo in facciata. Vi sono cornici di mattoni decorate da un motivo ad andamento triangolare sull’unica abside rimasta.
Nell’absidiola meridionale vi sono gli affreschi raffiguranti il Cristo benedicente dipinto al centro del semicatino, di disegno più antico; alla parete si leggono ancora abbastanza bene le figure di un Presepe, opera di maestranze locali del XV secolo. Altre pitture, seicentesche, nelle pareti: san Lorenzo e una Santa sopra l’arco trionfale della navata centrale, san Rocco tra il primo e il secondo arcone verso nord.

FONTE: Chieseromaniche - Archeocarta

Informazioni cache

Questa cache fa parte del progetto 22/02/2022 Piemonte.



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 Church of San Grato

History

The church of San Grato was built where at the time there was the western entrance to the town, at the bridge over the Canturina and the Mora, which run parallel and very close for a long stretch. The position of the church suggests that it now arose towards the end of the medieval age, when the "Novara road", which between Briona and Romagnano flanked the Roggia Nuova (later called Mora), had taken the place of the oldest and most winding hill roads. The church carried out the dual task of supervising the western access to the village and offering shelter and rest to travelers. The choice of the owner obeyed the needs of the country people: the saint, bishop of Aosta, was generally invoked against hail and damage caused by lightning. The oldest document that mentions the church appears to be an act of December 1564; however, the building is about a couple of centuries older, because it shows characteristics of a transition style from Romanesque to Gothic in the brick decoration of the only apse that remains today. The proximity of the two rivers was always deleterious for the church: at the end of the sixteenth century it was noted that humidity corrupted the walls, especially near the altar, and that the entire building was invaded by the river during frequent overflows. ; the three naves had neither ceiling nor floor; the roof needed urgent repairs. Thus, around 1594, the large door on the facade was walled up to prevent water from entering the church, keeping a side access open. Radical restorations were carried out around 1620: the roof was redone, the three naves were paved, the walls plastered, the side aisles raised so as to reach the slopes of the central one; in the north aisle three large rectangular windows were opened. In those years the large window above the arch of the main apse was probably opened, which was more recently walled up for static reasons. In 1670 a small sacristy was created by closing the apse of the southern aisle. New restorations took place in 1792. The church does not appear to have served as a parish church, although it was very popular.
In 1835, a serious epidemic of cholera appeared, it was used as a hospital. From that moment the church was progressively reduced to profane uses; definitively deconsecrated, it was then rented to a carpenter. In the twentieth century it was used as a cinema projection room and then as the seat of the public weight; it was even deprived of two of the three apses (the main one and the northern one) and altered in the wall structures. The interior, partly partitioned to create rooms for different uses, still retains some frescoes.
Today the Municipality has started the recovery of the building to preserve its historical and artistic testimony and to use the premises for cultural purposes.

Architecture

The church has three naves, originally apses, supported by wide and low round arches set on squat brick pillars, illuminated by a large oculus on the facade. There are brick frames decorated with a triangular pattern on the only remaining apse.
In the southern apse there are frescoes depicting the blessing Christ painted in the center of the semi-dome, of an older design; the figures of a Nativity scene, the work of local workers from the 15th century, can still be read fairly well on the wall. Other seventeenth-century paintings on the walls: San Lorenzo and a Saint above the triumphal arch of the central nave, San Rocco between the first and second arches to the north.

LINKS: Chieseromaniche - Archeocarta

Cache information

This cache is part of the 22/02/2022 Piemonte Project.



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