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Lago Gerundo EarthCache

Hidden : 4/28/2015
Difficulty:
2.5 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   other (other)

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Geocache Description:

Cache by

Lord Yoruno



Le risposte DEVONO essere scritte in italiano o in inglese.
Risposte scritte in altre lingue verranno ignorate e i corrispettivi log cancellati.


Answers MUST be written in Italian or English.
Answers written in other languages will be ignored and logs will be deleted.

LA PIANURA PADANA

La pianura padana è una delle più grandi pianure europee e, contemporaneamente, la più grande tra quelle dell'Europa mediterranea, occupa buona parte dell'Italia settentrionale, dalle Alpi Occidentali al mare Adriatico, e ha all'incirca la forma di un triangolo. Quasi al centro scorre il fiume Po, che l'attraversa in direzione ovest-est.

Il suo assetto contemporaneo è il risultato dell'azione di numerosi corsi d'acqua, Po in primis, che hanno, in successivi tempi geologici e storici, asportato e apportato sedimenti fluviali al bacino marino costiero, soggetto a fenomeni di subsidenza, che occupava l'odierna pianura padana. In particolare la gran parte dei depositi superficiali affioranti è il prodotto dell'attività fluviale, successiva alla glaciazione Würm che si concluse circa 18000 anni fa. Lo scioglimento dei ghiacciai, liberando una gran quantità d'acqua in tempi geologicamente brevi ha comportato l'erosione dei grandi corpi morenici, edificati precedentemente dall'attività dei ghiacciai; i materiali erosi a monte o in prossimità dei depositi morenici deposti all'inizio delle vallate, furono deposti a valle.

Tuttavia, al di sotto dei depositi continentali fluviali e fluvio—glaciali (che presentano spessori di svariate centinaia di metri) si sviluppa un basamento di origine marina con assetto strutturale complesso e non priva di significato neotettonico.
Sin dal tardo Cretacico, infatti, la pianura padana ha rappresentato la parte frontale di due catene di opposta convergenza: l'Appennino settentrionale e le Alpi meridionali. Studi sulla base della sequenza plio-quaternaria nella porzione centrale e meridionale della pianura padana, mostrano lo sviluppo di una serie di bacini sedimentari di tipo sin-orogenetici formatisi a seguito di movimenti ricollegabili a varie fasi tettoniche; la porzione settentrionale della pianura, invece, presenta una struttura monoclinale immergente verso Sud.
L'aspetto finale della pianura padana si è raggiunto con il riempimento definitivo (cominciato nel Pliocene), con depositi dapprima marini e poi continentali, dei bacini ampiamente subsidenti delle avanfosse padane.

Sebbene la definitiva strutturazione del substrato sepolto venga tradizionalmente associata a una fase tettonica pliocenica media-inferiore (databile dalla discordanza esistente tra i sedimenti plio-pleistocenici marini ed il substrato più antico), è opinione sempre più diffusa che i depositi alluvionali quaternari siano stati coinvolti in fasi neotettoniche, condizionando così anche la morfogenesi più recente.

Risalendo fino a circa 25000 anni fa l'intera Pianura Padana era quindi sommersa d'acqua, prosciugatasi poi nel corso dei secoli; in alcuni punti rimasero specchi d'acqua di svariate dimensioni. Il Lago Gerundo sarebbe stato tra questi. Il primo a citarlo fu Plinio il Vecchio, cronista d'epoca romana: nella «Naturalis historia» (77 d. C.) fece riferimento ad alcune zone da bonificare, compreso il Gerundo. In epoca longobarda Paolo Diacono scrisse: «Causa l'incessante e torrenziale pioggia, l'irruenza dei fiumi Adda, Serio e Oglio, straripando sulla pianura in massa enorme e incontrollabile, creano il grande lago».

GERA D'ADDA

Situata a est di Milano, è in massima parte compresa entro il territorio della bassa Bergamasca, anche se comprende 5 comuni della Provincia di Cremona e 3 della provincia di Lodi. È delimitata ad ovest dal corso del fiume Adda, a nord dalla SP 122 e ad est sia dallo stesso che dal fiume Serio. A sud è delimitata da una linea storica, non data da confini naturali, che parte a est tra i paesi di Mozzanica e Sergnano, fino a giungere, circa 15 chilometri più ad ovest, tra Rivolta d'Adda e Spino d'Adda.
Quest'ultimo confine non è tuttavia definibile in modo certo, tanto che nella storia sono stati identificati come comuni della Gera d'Adda anche altri territori posti poco più a sud. Ciò è dovuto al fatto che questa zona non si configura come entità geografica basata su confini naturali dato che, nella fascia di Lombardia compresa tra Bergamo, Lodi e Cremona, il territorio non è interrotto da alcun fiume o rilievo. Piuttosto il confine è da cercare nell'origine morfologica di questa zona che presenta numerosi fontanili e rappresenta all'incirca la zona superiore dell'antico lago Gerundo.

LAGO GERUNDO

Fra i laghi paludosi della pianura padana, uno dei più tardi a scomparire fu senza dubbio il Lago Gerundo, che interessava le zone sopra citate. Il lago, talvolta chiamato anche "mare", trasse il nome da "gera", cioè ghiaia, con allusione al suo fondo spesso ghiaioso, e così la stessa radice "gera" si trova in molte delle località di questa zona.

"[...] Quantunque scomparso da circa sei secoli, il lago Gerundo indica ancora le sue tracce, nei rialti del suolo a lui circostanti, e nelle ghiaje o "gere", le quali dietero il nome di Gera d'Adda ai paesi ch'egli ricopriva con le sue acque. [...]"
(Storia di Crema, vol. I, Milano 1859. Francesco Sforza Benvenuti.)

Fino a tempi vicinissimi a noi queste aree erano ancora invase dalle acque assai abbondanti e non regolate dei fiumi, che si allargavano disordinatamente a formare vasti laghi e sterminate paludi. Il progressivo innalzamento dei depositi alluvionali e, soprattutto, l'opera di bonifica e incanalamento dell'uomo hanno trasformato questo immenso acquitrino in una fertilissima pianura, rimasta comunque fortemente irrigua ed umida.
Questa grande regione acquitrinosa era formata dal disordine alluvionale dei fiumi Adda, Oglio e Serio (ed anche del Lambro e del Silero), e perciò copriva - pur con confini continuamente variabili - l'intero ampio territorio compreso fra la provincia bergamasca meridionale e la provincia superiore di Cremona, con tutto il Cremasco e il Lodigiano.

"[...] Il limite occidentale del Gerundo è individuabile lungo l'allineamento degli abitati di Maleo, Bertonico, Lodi e Comazzo.
Il limite orientale è distinguibile lungo la cosiddetta costa: Formigara, Montodine, Credera, Abbadia Cerreto, Corte Palasio, Spino d'Adda, Rivolta d'Adda e Cascine San Pietro. [...]
"

(Fonti archeologiche e iconografiche per la storia e la cultura degli insediamenti nell'altomedioevo, Milano 2003. Silvia Lusuardi Siena)

Il lago Gerundo non aveva confini stabili, a causa del variare in livello e distribuzione delle sue acque alluvionali; per lo stesso motivo, la sua superficie era interrotta da secche ed isole mutevoli. Solo le collinette più elevate potevano essere quindi le isole permanenti dell'acquitrino, e fu proprio sulle più estese di esse che vennero fondate le importanti città della regione.
Gli insediamenti umani più antichi risalgono tuttavia ad epoche preistoriche; gli abbondanti ritrovamenti mostrano l'esistenza di tutta una serie di civiltà primitive. Un elemento costante di questi popoli è l'uso di abitazioni su palafitte, come c'è da aspettarsi in un ambiente essenzialmente paludoso. Accenni a questa immensa palude sembrano trovarsi già in Polibio e in Plinio il Vecchio; pare anche che gli antichi romani vi avessero realizzato opere di bonifica. La zona tornò tuttavia allo stato brado in seguito alla caduta dell'impero e alle distruzioni barbariche, modificando continuamente nei secoli il suo assetto, in conseguenza del regime naturale delle acque.

"[...] nondimeno possiamo accertare che l'Adda, ai tempi dell'invasione Longobarda, e per circa sette secoli dopo, ingombrava ancora colle sue innondazione lungo tratto di terreno, formando a ponente del territorio cremasco un vastissimo stagno che le cronache accennano sovente col nome di Mare o Lago Gerundo.
Non istupirti se i nostri padri concedettero il nome di mare ad uno stagno; altri stagni, altre paludi troverai, a cui, come osserva il Tasso, "di mar non fu negato il nome" [...]
"

(Storia di Crema, vol. I, Milano 1859. Francesco Sforza Benvenuti.)

L'iniziale storia scritta di queste terre è invece strettamente legata dapprima alla dominazione longobarda in Italia, ed in seguito alle lotte dei Comuni. Com'è noto, i longobardi entrarono nelle vicende italiane a partire dal secolo VI, ma gli avvenimenti più celebri sono quelle del secolo XII, quando l'imperatore germanico Federico I - detto il Barbarossa - varcò le Alpi a più riprese ( 1154-74), restaurando l'autorità longobarda su tutta l'Italia settentrionale, finchè fu sconfitto a Legnano (1176). Lo stesso nome di Lombardia deriva da questa passata dominazione.

"[...] Il Gerundo compare per la prima volta in un documento del 1204 in cui Fanone capitano "de Trexeno oblationem, offertionem, donationem et datum fecit dicte ecclesie sancti Martini de Trexeno de sedimine unum cum edificis muratis et cupatis iacente in civitate nova Laude prope dictam ecclesiam. Coberet a mane costa et ripa Maris Gerundi". [...]"
(Fonti archeologiche e iconografiche per la storia e la cultura degli insediamenti nell'altomedioevo, Milano 2003. Silvia Lusuardi Siena)

Quando i re longobardi suddivisero il suolo della Lombardia fra i loro duci, anche le terre del Gerundo furono spartite. Il capitano Fulcherio fu investito della maggiore di queste isole, che prese quindi il nome di Isola Fulcheria, in parte coincidente con l'attuale Gera d'Adda. In effetti, è ipotizzabile che il termine “isola” non definisse propriamente un territorio interamente circondato da acque e paludi, ma solo parzialmente, come vengono definite oggi le terre circondate dai meandri di alcuni fiumi. Ne è prova che, sia storicamente sia dal punto di vista morfologico, i suoi limiti sono ben definiti nella parte meridionale e assai incerti nella parte settentrionale, nella Gera d’Adda.
Le bonifiche iniziate dall'XI secolo dai monasteri benedettini e cistercensi, prima e dalle autorità civili poi, portarono gradualmente al prosciugamento delle acque del lago Gerundo facendo scomparire definitivamente l’isola Fulcheria.

"[...] Il lago Gerundo si prosciugò col cessare i gravi straripamenti dell'Adda. E fu opera lenta, nè la vogliate tutta attribuire all'aversi l'Adda approfondito naturalmente il suo letto: vi cooperò l'umana industria, imbrigliando e dirigendo il corso del fiume [...]"
(Storia di Crema, vol. I, Milano 1859. Francesco Sforza Benvenuti.)

In precedenza, questo stesso territorio - emergente dalle paludi del Gerundo - aveva il nome di Isola Mosa : mosa, che significa "pantano - palude ", è un altro toponimo comune in Lombardia. Sopra un'elevazione del terreno, che si chiamava Dosso dell'Idolo, sorgeva un tempo una chiesetta: Santa Maria in Palude. Era stata fondata, secondo la leggenda, da cristiani alla ricerca di un luogo remoto per sfuggire alle persecuzioni di Diocleziano. Quando nell'anno 568 i guerrieri longobardi di Alboino invasero l'Italia, nuovamente questo luogo servì da rifugio, dove gli abitanti delle plaghe vicino all'Adda e al Serio decisero di vivere, aspettando che passasse la furia delle guerre. Ma con il tempo, dal nucleo primitivo intorno alla chiesetta si sviluppò presto una nuova città, cinta di mura, alla quale venne posto il nome di Crema ( dalla radice prelatina "cre", altura). La piccola chiesa di Santa Maria della Palude fu dunque la prima della nuova città di Crema e con il passare degli anni fu ingrandita fino a diventare l'attuale Duomo. In tal modo Crema rimase per secoli il capoluogo della grande isola nella palude, fino a quando lo sterminato acquitrino fu trasformato in rigogliose campagne. Ancora oggi, nella toponomastica della città possiamo trovare una via Lago Gerundo e una piazza Fulcheria (alla periferia occidentale).
Anche Cremona, l'attuale capoluogo di provincia lambito dal Po, fu marginalmente interessata all'antica geografia della regione. Ne resta traccia nella toponomastica cittadina, con una via Lago Gerundo e una via Fulcheria (entrambe verso il Po), e anche con una via Mosa, presso resti delle mura di sud-est, dove si apriva appunto l'antica Porta Mosa.
Dalle instabili acque del Lago Gerundo emergeva almeno un' ulteriore isola di rilievo, legata alle vicende antiche di un' altra importante città padana: Lodi. Il centro abitato originario (oggi Lodi Vecchio) si trova 7 Km. ad ovest di quello attuale, e venne distrutto dai Milanesi nel 1157, tranne la bella basilica di S. Bassiano. La città fu rifondata l'anno seguente su un altura chiamata Colle Eghezzone o Enghezzone, dal proprietario Enghezzone degli Alboni, console di Lodi nel 1152. La ricostruzione della città venne appoggiata dal Barbarossa, e architetto fu il già citato Tinto detto Muso di Gatta, come testimonia il cronista lodigiano Ottone Morena. Nella toponomistica della città non mancano una via Lago Gerundo, a sud-est, e una via Colle Eghezzone, a nord.

L'abate olivetano don Vincenzo Sabbio, nelle sue memorie manoscritte di Lodi, ne descrive il porto nella costa di Monte Eghezzone, dov'era la chiesa di S.Nicolò, e suppone che le torri limitrofe fossero asservite al porto stesso, constatando che ognuna recava grossi anelli di ferro, usati per legare le ibarcazioni. Il Sabbio precisa inoltre che altre torri e ormeggi esistevano presso Pandino (CR), in Rivolta e Porta d'Adda (MI), a Trucazzano (MI) e che a Casirate (MI) vi era "una mezza colonna con grosso anello di ferro" vicina alla chiesa di S.Gregorio.

A Trucazzano, sempre seguendo le indicazioni dello storico medievale, si può inoltre rintracciare l'antica torre di cui egli parla nelle sue memorie. Della torre non restano ormai che poche rovine, a destra della vecchia strada che da Rivolta portava a Trucazzano, inglobate nella cinta di un ristorante. La torre - chiamata localmente Il Torrettone - è il simbolo del comune di Trucazzano, e venne costruito su di un ciglione che guardava la zona dell'antico Lago Gerundo.

"L'essenziale delle tradizioni relative al Gerundo appare gia raccolto in un'opera di Defendente Lodi, uno storico lodigiano del '600, Discorsi historici in materie diverse appartenenti alla città di Lodi (Lodi 1629). [...] Il Lodi passa poi a esporre (401-2) le prove specifiche dell'esistenza e dell'estensione dell'antico lago, citando un autore lodigiano, Vincenzo Sabbia, che "parla di esso Mar Gerondo sotto l'anno MCXI, descrivendo il porto suo nella costa di Monte Eghezzone, dove hora e la Chiesa Parochiale di S. Nicolò. Et suppone che le torri ivi vicine fossero fabbricate a beneficio del porto medesimo; attestando di haver in esse veduto gli anelli che servivano per attaccarvi le navi; di che n'e etiandio antichissima traditione fra noi. Delle torri medesime, oltre quella che serve per le campane della chiesa di S. Francesco, altra se ne vede annessa a detta Chiesa, ora capella di S. Berardino [...] Torre simile scorgesi nel territorio di Trucazzano, sopra la costa d'Adda, con anelloni di ferro che servivano (com'è voce pubblica) per legarvi le navi nei tempi del Mar Gerondo [...] Nel territorio di Pandino [...] in luogo eminente chiamato la costa si hanno fondamenti di altra torre, che dicono, servisse nel detto allagamento per sicurezza dei passaggieri, che dalla detta costa a quella di Trucazzano, distante per dritto camino miglia 4 in circa, faceano tragitto."
(Leggende sulle acque in Lombardia, 1997. Italo Sordi)

UNA CURIOSITA': IL DRAGO TARANTASIO.

Secondo le leggende popolari, il lago Gerundo sarebbe stato abitato da un dragone chiamato Tarànto o più comunemente conosciuto come Tarantasio, il quale si sarebbe nutrito soprattutto di bambini. Sono sorte poi numerose leggende riguardo al drago, le quali sono tutte accomunate dalla concomitanza tra l'uccisione di Tarànto e il prosciugamento del lago. Alcune fonti popolari attribuiscono il prosciugamento e la bonifica del lago a san Cristoforo, che avrebbe sconfitto il drago, o a Federico Barbarossa. La più suggestiva riguarda l'uccisione del drago da parte del capostipite dei Visconti, il quale avrebbe poi adottato come simbolo la creatura sconfitta, ovvero il biscione con il bambino in bocca.

"[...] I larghi stagni del lago Gerundo impregnavano l'aria di insalubri esalazioni, sicchè ne soffrivano gli abitatori dei vicini paesi. [...] Dopo che il cristianesimo ebbe atterrate le are degli dei falsi e bugiardi, invalse nei Lodigiani la credenza che i miasmi delle vicine paludi derivassero da un serpente di smisurata grandezza, il quale annidando nel mare Gerundo [Villanuova, Storia di Lodi, pone nell'anno 1209 la comparsa di un pestifero drago nel mare Gerundo] appestava l'aria col suo alito [...]"
(Storia di Crema, vol. I, Milano 1859. Francesco Sforza Benvenuti.)

La leggenda del drago del Lago Gerundio fu fonte di ispirazione per lo scultore Luigi Broggini che prese a modello Tarantasio per ideare l'immagine del cane a sei zampe, marchio simbolo dell'Eni.

EARTHCACHE

Per poter registrare come "found" questa earthcache devi rispondere alle seguenti domande:

1) Alle coordinate indicate al waypoint Q1 (TORRE) ti troverai di fronte al Torrettone di Trucazzano, costruito sulla costa che guardava il Lago Gerundo; qual'è l'altezza in m.s.l.m. alla base del Torrettone (fornire approssimazione)?

2) Sempre al waypoint Q1 (TORRE), quanto è largo il muro esposto a sud in metri?

3) Alle coordinate indicate al waypoint Q2 (BASSA) ti troverai in quella che in passato era la parte bassa della costa del Lago Gerundo;
qual'è l'altezza in m.s.l.m. in questo punto?

4) Considerando i dati rilevati precedentemente, che differenza di altezza si ha tra i due waypoint?

5) Considerando quanto illustrato nel listing riguardo le pianure alluvionali e il territorio della Gera d'Adda, che tipologia di terreno ti puoi aspettare caratterizzi oggi quest'area (sabbioso, ghiaioso, ghiaioso-sabbioso, argilloso, siltoso)?
Si può rispondere a questa domanda anche cercando in internet la risposta.

6) OBBLIGATORIO: fatti una foto o falla al tuo GPS/smartphone/nickname (a scelta) nel luogo della EC (a scelta tra quelli sopra).

Si prega di non scrivere le risposte nel log, ma di inviarle attraverso il mio profilo su geocaching.com.
Puoi fare il log quando hai inviato le risposte, senza aspettare la mia conferma.
Se le tue risposte sono sbagliate ti contatterò.


PO VALLEY

The Po Valley is one of the largest plains in Europe and, at the same time, the largest among those of Mediterranean Europe; it occupies most of northern Italy, from the Western Alps to the Adriatic Sea, and has roughly the shape of a triangle. Almost in the middle the River Po flows, crossing from west to east.

Its contemporary structure is the result of numerous rivers, Po in first place, who, in successive geological and historical time, removed and moved river sediments to coastal marine basin, subject to subsidence, which occupied the 'today's Po Valley. In particular, the majority of surface deposits outcropping is the product of the river, after the Würm ice age, which ended about 18,000 years ago. Melting glaciers, releasing a large amount of water in geologically short time led to the erosion of large bodies moraine, built previously by the activity of glaciers; materials eroded upstream or near the moraines deposited at the beginning of the valleys, were deposited downstream.

However, below the continental deposits fluvial and glacial-river (which have thicknesses of several hundreds of meters) it develops a base of marine origin with complex structural setting.
Since the late Cretaceous, in fact, the Po Valley has been the front of two chains of convergence opposite: the northern Apennines and the Southern Alps. Studies based on the sequence Plio-Quaternary in the central and southern portion of the Po Valley, showing the development of a number of sedimentary basins of syn-orogenic type formed as a result of movements connected with two different tectonic phases; the northern portion of the plain, however, has a structure monoclonal dipping southward.
The final aspect of the Po Valley has been reached with the final filling (started in the Pliocene), with marine deposits first and then continental basins widely foredeeps subsidence of the Po Valley.

Although the final structure of the substrate buried is traditionally associated with a lower-middle Pliocene tectonic phase (dating from the discrepancy between the Plio-Pleistocene marine sediments and substrate oldest), it is growing consensus that the quaternary alluvial deposits have been involved in neotectonic phases, thus conditioning also morphogenesis latest.

Going back to about 25,000 years ago the entire Po Valley was then flooded with water, then dried up over the centuries; in some points they remained water mirrors of various sizes. Lake Gerundo would be among them. The first to mention it was Plinio il Vecchio, chronicler of Roman times: in «Naturalis historia» (77 AC) referred to certain areas to be reclaimed, including Gerundo. In Lombard times Paolo Diacono wrote: «Due to the incessant and torrential rain, the vehemence of the rivers Adda, Serio and Oglio, overflowing the plains in huge bulk and uncontrollable, creating the large lake.».

GERA D'ADDA

Located east of Milan, is largely contained within the territory of the lower Bergamo, even if it comprises 5 municipalities of the province of Cremona and 3 in the province of Lodi. It is bordered on the west by the river Adda, north and east by the SP 122 is the same as the river Serio. To the south is bordered by an old line, not given by natural boundaries, that part of the countries east of Mozzanica and Sergnano, until, some 15 kilometers further west, between Rivolta d'Adda and Spino d'Adda.
This border is not yet defined with certainty, so that in history have been identified as areas of Gera d'Adda also other territories places a little further south. This is due to the fact that this area does not qualify as a geographical entity based on natural boundaries because, in the end of Lombardy between Bergamo, Lodi and Cremona, the territory is not interrupted by any river or relief. The border has to be found in the morphological origin of this area filled with fountains and is roughly the upper area of the ancient lake Gerundo.

LAKE GERUNDO

Among the marshy lakes of the Po Valley, one of the latest to disappear was undoubtedly the Lake Gerundo, which covered the areas described above. The lake, also sometimes called "sea", took its name from "gera", ie gravel, alluding to his thick base gravel, and so the same root "gera" is in many places in this area.

Until very close to us these areas were still flooded by the very abundant waters and unregulated rivers, which were spreading wildly to form large lakes and endless marshes. The gradual increase of alluvial deposits and, above all, the reclamation and canalization of man have transformed this vast marsh in a fertile plain, however, it remained heavily irrigated and humid.
This large swampy region was formed from disorder alluvial rivers Adda, Oglio and Serio (and also of the Lambro and Silero), and therefore covered - even with constantly changing borders - the whole vast territory between the southern province of Bergamo and the province top of Cremona, with all Crema and Lodi.

Lake Gerundo had no stable borders, due to the change in the level and distribution of its flood waters; for the same reason, its surface was broken by dry islands and changing. Only mounds could be higher then the permanent islands of the marsh, and it was the most extensive of which they were founded the important cities of the region.
The oldest human settlements date back to prehistoric times, however; the abundant findings show the existence of a whole series of primitive civilizations. A regular feature of these people is the use of houses on stilts, as is to be expected in an essentially swampy. Hints at this immense swamp seem to be already in Polibio and Plinio il Vecchio; it also seems that the ancient Romans had made land reclamation. The area, however, returned to the wild after the fall of the empire and the barbaric destruction, constantly changing over the centuries its structure, as a result of the natural water regime.

The initial written history of this land is rather closely related to the first Lombard domination in Italy, and later to the struggles of Commons. As you know, the Lombards entered the Italian affairs from the sixth century, but the events of the most famous are those of the twelfth century, when the German Emperor Federico I - known as Barbarossa - crossed the Alps on several occasions (1154-74), restoring the authority of the Lombard throughout northern Italy, until he was defeated at Legnano (1176). The name of Lombardy comes from this past domination.

When the Lombard kings subdivided the land of Lombardy among their dukes, also lands Gerundo were divided. Captain Fulcher was invested in more of these islands, which then took the name of Island Fulcheria, partly coinciding with the current Gera d'Adda. Indeed, it is conceivable that the term "island" did not define exactly a territory entirely surrounded by water and marshes, but only partially, as they are defined today the lands surrounded by the meanders of some rivers. Proof of this is that, both historically and in terms of morphology, its limitations are well-established in the south and very uncertain in the north, in Gera d'Adda.
Reclamation started eleventh century by Benedictine and Cistercian monasteries, first and then by the civil authorities, gradually led to the drying up of the lake Gerundo and to the disappearing of Fulcheria island.

The abbot Don Vincenzo Sabbio, in his memoirs of Lodi, describes the port on the coast of Monte Eghezzone, where was the church of St. Nicholas, and assumes that the neighboring towers were subservient to the port itself, noting that eachHe went big iron rings used to tie the ibarcazioni. The Sabbio also states that there were other towers and moorings at Pandino (CR), in Rivolta d'Adda (MI), in Trucazzano (MI) and Casirate (MI).

In Trucazzano, following the signs of the medieval old town, you can also trace the ancient tower of which Sabbio speaks in his memoirs. Now the tower is in ruins, on the right of the old road that led to Rivolta, incorporated in the boundary of a restaurant. The tower - known locally as il Torrettone - is the symbol of the town of Trucazzano, and was built on a ridge that overlooked the area of the ancient Lake Gerundo.

A CURIOSITY: TARANTASIO DRAGON.

According to popular legend, the lake Gerundo would be inhabited by a dragon called Taranto or more commonly known as Tarantasio, which would be fed mainly of children. It arose then many legends about the dragon, which are all linked by the conjunction between the killing of Taranto and the draining of the lake. Some popular sources attribute the draining and cleaning up the lake to St. Christopher, that defeated the dragon, or Federico Barbarossa. The most striking concerns the killing of the dragon by the founder of the Visconti, who was later adopted as the symbol of the defeated creature, or the snake with the baby in her mouth.

Legend of the Dragon Lake gerund was an inspiration to the sculptor Luigi Broggini who used Tarantasio to design the image of the six-legged dog, a brand symbol of ENI.

EARTHCACHE

In order to register as a "found" this earthcache you must answer the following questions:

1) At coordinates indicated in waypoint Q1 (TORRE) you will face the Torrettone of Trucazzano, built on the coast watching the Lake Gerundo; what is the height in meters on the sea level at the base of Torrettone (provide approximation)?

2) Again at Q1 (TORRE), how large is the wall facing south in meters?

3) At coordinates indicated in waypoint Q2 (BASSA) you'll be in what was once the bottom of the coast of Lake Gerundo;
what is the height in meters on the sea level in this point?

4) Considering previous data, what's the difference in height between the two waypoints?

5) Considering what is shown in the listing about the flood plains and the territory of Gera d'Adda, what kind of terrain characterizes today this area (sand, gravel, gravel and sand, clay, silt)?
You can answer this question after a brief search on the Internet.

6) MANDATORY TASK: take or a selfie or a photo of your GPS/smartphone/nickname (choose one) in foreground at EC location (choose one from above).

Please do not write answers in the log, but send them through my profile on geocaching.com.
You can do the log when you have posted answers, without waiting for my confirmation.
If your answers are wrong I will contact you.

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FONTI / SOURCES

Leggende sulle acque in Lombardia. La Ricerca Folklorica, No. 36, Leggende. Riflessioni sull'immaginario (Oct., 1997), pp. 83-89. Italo Sordi.
Nelle acque del lago Gerundo sulle tracce del mostro Tarantasio. Eco di Bergamo 12 settembre 2013. Fabio Conti.
Il Lago Gerundo. Comune di Maleo.
Il "mare" lombardo fra storia e leggenda. Marco Agustoni.
Il Lago Gerundio e il drago Tarantasio. Pianura da scoprire.
Storia di un mare perduto. Giuseppe Pederiali.
Historiae Cremae. La leggendaria storia del lago Gerundo, fra le burbanzose acque dei fontanili e le bonifiche dei frati cistercensi. Luigi Dossena.
Storia di Crema, vol. I, Milano 1859. Francesco Sforza Benvenuti.
Fonti archeologiche e iconografiche per la storia e la cultura degli insediamenti nell'altomedioevo, Milano 2003. Silvia Lusuardi Siena.


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