Da passo Gobbera (985 m.) si prende la forestale che inizia sopra al parcheggio dove c’è la fermata dell’autobus. Si arriva subito ad una vecchia fornace a fuoco continuo (1000 m.), al bivio si svolta a sinistra mentre si ritornerà da destra se si farà il giro ad anello. Si percorre un pezzo di forestale abbastanza pianeggiante con segnavia n° 345 ad un certo punto c’è il cartello segnaletico per la cima del Monte Totoga lo si segue salendo a destra sul sentiero (si rimane su questo principale) fino ad un bivio dove ci sono nuovamente dei cartelli segnaletici noi proseguiamo per il sentiero di destra che ci porta ad una forestale sbucando proprio sul tornante n°47 (anche qua ci sono i cartelli segnaletici). Si sale per la forestale e comodamente si arriva al rifugio forestale San G. Gualberto (1570 m.) che è sempre chiuso ma è affiancato dal piccolo bivacco accogliente e sempre aperto con panchine tavolo e caminetto (di solito c’è sempre legna). Al di sopra c’è una stanzetta (no materassi, no coperte) per un ricovero spartano. Visto le date del libro firma del bivacco c’è chi sale anche con la neve d'inverno. Proseguendo subito dopo il rifugio c’è l’entrata alla prima galleria di guerra, quella superiore, dove nei pressi è collocata la cache (fuori). La ricerca è semplificata anche troppo dalle foto spoiler per non andare a lesionare la parete e anche perché c'è poca ricezione con il gps. Gli stoli sono formati da un corridoio con tre stanzoni dove ci sono dei finestroni che danno verso la meravigliosa valle del Vanoi molto panoramici; fare attenzione perché non sono protetti e danno direttamente sul burrone. Proprio sotto si trova un’altra galleria meno grande dove all’ingresso si trova una postazione d’artiglieria. Nei pressi dell’entrata della prima galleria a destra c’è il ripido sentiero, che porta alla croce di vetta della Totoga (1705 m.) con panorama sulle cime circostanti (130 m. circa di dislivello dalla galleria). Dal bivacco per il ritorno si può ripetere lo stesso percorso oppure si ignora il sentiero dal quale siamo arrivati (tornante 47) e si prosegue scendendo per la forestale fino ad un prato con dei masi, zona conosciuta come “prà di Totoga” qui a destra si prende il sentiero n° 345 che scende per un bel pezzo finché si collega alla lunga forestale che gira il monte e ci porta alla fornace della partenza. Il Monte Totoga non è molto alto ma mostra degli scorci sulle vallate e sui monti circostanti non indifferenti. Le pareti di falesia sono molto apprezzate dai climber, a renderle famose ha contribuito anche la presenza di Manolo che negli anni passati è stato assiduo frequentatore aprendo anche diverse vie, una fra tutte “Lucertola Schizofrenica”. Il giro ad anello proposto fa parte degli “itinerari escursionistici sulle tracce della grande guerra tra Tesino e Vanoi” ma la partenza e il primo tratto si svolge sul sentiero n°346. C’è anche un altro sentiero che parte nei pressi della fornace e arriva, in direttissima alla cima chiamato sentiero Gaetano-Moretta o sopranominato sentiero dei ripetitori, da fare solo se allenati. Consigliamo vivamente di non abbandonare i sentieri perché il monte è pieno di precipizi; meglio portarsi una cartina escursionistica della zona. Informarsi sempre sull’agibilità delle gallerie ed eventuali divieti, fare comunque attenzione al distaccamento dei sassi o nei periodi di freddo al ghiaccio formatosi in galleria. Portarsi l’acqua da bere perché non ce n’è.